“Conosco Cristina Fornarelli ormai da diversi anni, ovvero dal momento in cui ci incontrammo ad una mostra romana in cui lei esponeva una sedia dipinta in stile abbastanza pop. Da lì nacque un’amicizia sincera che sovente esulò dai circuiti dell’arte e della pittura, pur restando legata al mondo della cultura e della vita romana.
Per comprendere a fondo i suoi quadri è necessario conoscere la persona poiché lei, seppur celando molti aspetti dietro ad una timidezza, appare come una donna sensibile e alla continua ricerca di libertà. I soggetti dei suoi quadri sono sempre donne in bilico, appese su altalene, sospese nel vuoto, danzanti in uno spazio indefinito, proprio a voler sottolineare questo senso di effimero bilico. Nulla è certo in quelle figure intraviste appena, colte in atteggiamenti rilassati e nostalgici, tutto sembra cristallizzato e bloccato.
Tutti noi vorremmo fermare il tempo, inchiodare le lancette, intasare la clessidra, ma non ci è possibile se non nell’atto di rappresentare questo tempo. Ebbene Cristina dipinge dei sogni telecomandati, in cui ella riesce a rallentare il flusso del tempo così come lo si può fare con una videocassetta riavvolta lentamente. Legata alla pittura figurativa, Cristina Fornarelli trasforma la tradizione attraverso un gusto onirico e femminile fortemente influenzato dalle impaginazioni pubblicitarie vintage, in cui il soggetto vuole comunicare emozioni più che trasmettere contenuti.”
Daniele Radini Tedeschi, critico d’arte